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Un atleta del cuore. L’attore in bilico fra Oriente e Occidente

Dimostrazione spettacolo sull’arte dell’attore tra Oriente e Occidente

Artaud definisce l’attore un «atleta del cuore» che non può mettere in campo solo il suo mestiere e le sue tecniche ma deve necessariamente impegnare tutto se stesso.

La dimostrazione spettacolo inizia con il Kathakali, il teatro danza classico indiano costituisce il punto di partenza per uno sviluppo della ricerca a più ampio raggio e per la creazione di ponti tra oriente e occidente. I danzatori di Kathakali apprendono quest’arte sin da bambini, sottoponendosi ad un lungo e faticoso apprendistato per essere riconosciuti come attori solo dopo i quarantanni; gli attori occidentali dei nostri giorni, in linea generale, si avvicinano invece alla recitazione in età adulta. Il teatro orientale apparentemente così distante dalla nostra cultura, pone l’accento su alcuni elementi guida che ritroviamo anche nella tradizione teatrale occidentale.

Dal 2000 il Teatro dell’Albero ha avviato un percorso di studio e diapprofondimento dell’arte attoriale nel XX secolo, prestando attenzione, in particolare, ai gradi attori della tradizione teatrale italiana. Un modello, in tal senso, è rappresentato da Eduardo De Filippo. Egli non ha direttamente incontrato l’oriente, ma nella sua arte attoriale si rintracciano quelle linee guida e quei principi che accomunano tanto il teatro orientale che occidentale e che possiamo sintetizzare in dissociazione e ritmo (elementi facilmente riscontrabili in tutti i grandi attori della tradizione teatrale occidentale).

 

Dimostrazione spettacolo sul lavoro di ricerca del Teatro dell’Albero relativamente all’arte attoriale in Oriente e in Occidente.

La dimostrazione spettacolo è così articolata:

  1. Presentazione del frammento di Kathakali relativo al personaggio di Hanuman: Hanuman è il re delle scimmie, figlio del Vento e di una scimmia regina. È assorto in meditazione, un forte rumore lo risveglia. Di cosa si tratta? Secondo l’insegnamento dello yoga esegue un linfodrenaggio per pulire i vasi linfatici e avere così una meditazione più profonda. Il rumore persiste e diventa assordante. In un primo momento attribuisce quel frastuono allo scontro tra le montagne. Un tempo i monti avevano le ali e avveniva spesso che urtassero tra loro. Adesso non è più così perché Indra, il capo degli dei, ha tagliato le ali alle montagne e le ha fissate al suolo. Lo stesso Hanuman prendendo per breve tempo le sembianze di Indra ci mostra questo momento. Hanuman si dirige verso la fonte sonora per capire l’origine di tanto frastuono. Vede un uomo, una sorta di Ercole indiano che entrando nella foresta sradica e abbatte gli alberi. Si avvicina e riconosce Bhima, il suo fratello minore (Hanuman e Bhima sono fratellastri, entrambi figli del Vento, ma non della stessa madre). Decide di mettere a dura prova la sua forza e di insegnargli la verità. Hanuman si trasforma in una scimmia vecchia e ostacola il cammino di Bhima, con lo scopo di impartire al fratellastro una lezione morale: «Per superare gli ostacoli della vita devi usare la forza del cuore e non la violenza».
  2. Svestizione e spiegazione della storia narrata.
  3. Training attoriale incentrato su dissociazione e ritmo.
  4. Recitazione di frammenti tratti dall’Inferno della Divina Commedia di Dante Alighieri che uniti alla modalità espressiva del Kathakali danno la possibilità di rendere visibile il percorso che il Teatro dell’Albero ha compiuto da Oriente a Occidente.

Durata: 1 ora e 30 minuti.