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Sancio panza e non chisciotte
Un personaggio classico può ribellarsi al suo autore? Possiamo immaginare una linea drammaturgica che si discosta da quella ufficiale? Possiamo ripensare il personaggio e costruire una storia dove l’antagonista diventa protagonista? Lo spettacolo è un tentativo di risposta a quest’altra visione, un pretesto per cambiare il testo e per dare a Sancio la possibilità di manifestare, di protestare. Una ribellione che si trasforma in- presenza costante ed in- assenza presente di Don Chisciotte ed anche di Cervantes.
L’autore e il Grande Hidalgo vengono evocati. Sancio si arrabbia con loro, discute e trova, nelle pieghe delle sue manifestazioni, la possibilità di descrivere meglio se stesso, l’Autore e il suo Gran Capo, adoperando colori e sfumature che rendono visibile la visione popolare e intellettuale dello scudiero. Un Sancio che non rispetta l’indice del libro e che anticipando i capitoli dà corpo scenico ai desideri e ai sogni che nel romanzo non si avverano.
Un Sancio che, anziché burlarsi del suo Padrone, cerca di vedere con gli occhi di Chisciotte la realtà alterata dall’autore, un Sancio che, sforzandosi, comprende Don Chisciotte, il quale: «… rimase demente fino all’ultima malattia che lo rinsavì poco prima, giusto prima della morte. Vivendo malato e morendo sano, visse in modo a noi contrario, che viviamo sani per morire malati».
Monologo con protagonista Sancio Panza.
Tipologia: Teatro di narrazione, genere comico.
Durata: 1 ora.